La scomparsa di Giorgio Di Liberto
Suonò con Natalino Otto e Chet Baker
Intervista: “Le tre vite straordinarie che ho vissuto”
Rivarolo: vince Brun
Successo di Fossati in Valbisagno
La corona mondiale degli scacchi a Kramnik
Prossimo campionato a squadre: le liguri in campo
Il drago di Novi Sad infiamma Novi Ligure
Manfredi fa suo il Grand Prix di settembre
Centurini pronto per Villa Piaggio
RICORDO DI GIORGIO DI LIBERTO
Giorgio Di Liberto ci ha lasciati, la sua ultima mossa proprio non ce l'aspettavamo. Stava bene, veniva ogni giorno al Circolo ed era ansioso di vedere la nuova sede, per la quale tanto si era battuto in questi anni. Invece giovedì 19 all'improvviso ci ha lasciati.
In queste pagine cerchiamo di raccontarlo, non solo per quello che ha rappresentato per il movimento scacchistico nella nostra città, ma soprattutto per le sue qualità morali, umane, per il suo impegno civile.
Giorgio Di Liberto si è iscritto al Circolo Centurini nel 1946, nel 1978 ne è diventato Presidente, nell'anno in cui il Circolo si trasferiva in Piazza Giustiniani. Da pochi mesi ne era diventato Presidente onorario.
Qual'è stato il grande merito di Giorgio Di Liberto nel panorama scacchistico della nostra città? Intanto quello di avere consolidato il Centurini, di avergli fornito la linfa decisiva per superare le inevitabili difficoltà che si incontrano quando si vuole essere indipendenti e autosufficienti, di avere favorito la crescita di un gruppo dirigente che oggi continuerà a far vivere e crescere questa che è una delle più antiche associazioni culturali della nostra città; ma soprattutto il suo merito, a nostro avviso, è stato quello di avere dato agli scacchi una dimensione istituzionale, di avere parlato di scacchi e del loro valore in stanze dove prima non erano mai entrati. Il torneo FIDE 1989, la vittoria nel campionato italiano a squadre nel 1991, la partecipazione alle manifestazioni di Genova Capitale Europea della Cultura 2004 sono alcuni passaggi significativi che hanno costellato la storia di questi anni e che hanno visto Giorgio protagonista.
E quest'anno il riconoscimento che è giunto dal Comune di Genova possiamo definirlo a ragione di portata storica, con l'assegnazione al Circolo di una sede prestigiosa a Villa Piaggio, in Corso Firenze. Una meta ambita che purtroppo Giorgio, per uno strano scherzo del destino, non ha mai potuto vedere di persona.
È l'approdo di un lunga navigazione che nel corso degli anni ha portato il Centurini ad acquisire credibilità e rispetto, anche al di fuori dell'ambito strettamente scacchistico. Se grande è il vuoto che Giorgio lascia al Circolo, la sua vitalità, il suo ottimismo, la sua generosità rimarranno le coordinate che guideranno il nostro cammino.
Il Secolo XIX, 21/10/2006
È MORTO IL PIANISTA JAZZ GIORGIO DI LIBERTO
SUONÒ CON NATALINO OTTO E CHET BAKER
AVEVA 82 ANNI
Quando se ne va un musicista, si apre un vuoto. Una voce che si spegne. Giorgio Di Liberto, scomparso giovedì a 82 anni, era un musicista che aveva imparato a suonare contro il destino. Per il medico di famiglia, che a lui e al fratello Marco aveva riscontrato una malformazione alle dita delle mani, mozzate alle falangi, non sarebbe mai diventato un musicista. Invece Marco imparò a suonare il sassofono, mentre Giorgio si dedicò a vibrafono, marimba e pianoforte. Scacco alla vita.
E il pianoforte è stato sino all'ultimo una delle sue grandi passioni. Con l'enigmistica, che ha praticato inviando i rebus che inventava a getto continuo alle riviste specializzate, con gli scacchi che lo hanno portato alla presidenza onoraria del circolo genovese “Luigi Centurini”, nel sito del quale lo si può sentire suonare e cantare insieme con Carla Scarsi.
Giorgio Di Liberto applicava la sapienza combinatoria anche alla musica, al jazz, alla musica brasiliana che fu tra i primi a coltivare nel dopoguerra con l'amico Sergio Bardotti, traduttore tra gli altri di Chico Buarque de Hollanda e di Vinicius De Moraes, alla grande canzone francese.
Terminata la guerra Giorgio Di Liberto entrò da protagonista nel mondo del jazz ligure e italiano, ma non solo. Nel 1945, dopo avere ascoltato parecchio jazz ormai in modo clandestino, all'arrivo degli americani a Genova fondò, diresse e arrangiò con fantasia inesauribile il quintetto dei Gattini Malinconici, con l'eccellente Franco Garrassini alla batteria. Insieme ingaggiarono anche, gratis, un sassofonista afroamericano dell'Orchesta della Quinta Armata, portandolo a suonare nei locali che impazzavano per la voglia di ballo collettivo.
Furono assunti a Radio Genova, dove accompagnarono Natalino Otto. Andaron anche in Svizzera, salutati dalla neonata rivista “Musica e Jazz” come il primo complesso italiano in tournée all'estero. Negli anni ‘50 Di Liberto fece altri progressi, suonò con Chet Baker in Inghilterra, in Olanda e finì addirittura per sei mesi a suonare piano bar di lusso alla corte dello Scià di Persia Reza Pahlavi.
Diceva spesso: “Ho avuto una vita così meravigliosa, che a volte mi vergogno”.
Mi. Man
RIVAROLO: VITTORIA DI BRUN
Partecipazione limitata a 14 giocatori al torneo week-end parrocchiale di Rivarolo, giocato da venerdì 6 a domenica 8 ottobre sulla distanza dei cinque turni di gioco e organizzato da Genova Scacchi.
Ha vinto Dario Brun confermando il suo eccellente stato di forma e le sue potenzialità.
Alle sue spalle un terzetto composto da Andrea Merlo (un altro giovane in bella evidenza),
il sempreverde Mauro Berni e Giuliano Caputi. Vincitori di fascia Brugnolo e Picasso (beati
gli ultimi…).
1°: Dario Brun, p. 4,5 su 5
2-4°: Andrea Merlo, Mauro Berni, Giuliano Caputi, p. 3,5
5-6°: Roberto Del Noce, Marcello Astengo, p. 3
7-8°: Massimo Rivara, Angelo Valentini, p. 2,5
9-12°: Giuseppe Bellone, Claudio Pedemonte, Emilio Bario, Ivano Romani, p. 2
13°: Paolo Brugnolo, p. 1
14°: Filippo Picasso, p. 0
FOSSATI VINCE IN VALBISAGNO
Remigio Fossati non si lascia sfuggire il VII Week-End Valbisagno disputato dal 20 al 22 ottobre presso la sede del Circolo Scacchistico US Acli di Santa Sabina. Remigio, senza faticare troppo, ha totalizzato 4,5 punti su 5, pattando solo all'ultimo turno con De Florio (4), il secondo classificato. Bella prova anche del nostro Nicola Maiori (4) che sale sul podio al terzo posto, mentre Cirabisi (4) è arrivato quarto.
In bella evidenza anche Giovanni
Diena e i giocatori juniores Andrea Merlo e Daniele Cantoro, che ormai ci
stanno abituando a vederli navigare nei quartieri alti delle classifiche.
Hanno partecipato 35 giocatori, sotto la direzione arbitrale di D'Alessandro.
VII WEEK-END VALBISAGNO 20-21-22 ottobre 2006 CLASSIFICA FINALE-OPEN INTEGRALE nome ctg. punti buh. ps ------------------------------------------------------- 1' 1-FOSSATI Remigio GE -M 4.5 14.0 2' 6-DE FLORIO Federico SV CM 4.0 13.5 3' 8-MAIORI Nicola GE 1N 4.0 13.0 4' 5-CIRABISI Federico GE -M 4.0 11.5 5' 15-DIENA Giovanni GE CM 3.5 13.0 6' 7-MERLO Andrea GE 1N 3.5 12.0 7' 14-CANTORO Daniele GE 1N 3.0 14.5 8' 3-MANFREDI Vincenzo GE CM 3.0 13.0 9' 12-SAFFIOTI Cristian GE 1N 3.0 12.5 2.5 10' 10-CAPUTI Giuliano GE 1N 3.0 12.5 2.0 11' 4-ASTENGO Marcello GE CM 3.0 12.0 12' 23-GERBI Marco GE 2N 3.0 11.0 13' 24-CAVAZZI Enrico GE 3N 3.0 10.5 14' 16-PUGLIESE Giuseppe GE 1N 3.0 9.5 15' 19-PARODI Carlo GE 2N 3.0 9.0 16' 9-CARIDI Nicolò GE 1N 2.5 13.0 17' 11-TRAVERSO Massimiliano GE 1N 2.5 12.5 18' 20-PAGANETTO Ivano GE 1N 2.5 11.5 19' 30-PIAGGIO Fabrizio GE NC 2.5 10.0 20' 21-STRAMESI Massimo AL 2N 2.5 9.0 1.0 21' 34-PICASSO Filippo GE NC 2.5 9.0 22' 28-SUCCI Adriano GE 2N 2.5 8.5 23' 17-ATTEO Domenico SV 1N 2.0 12.5 24' 22-COSTI Giorgio GE 2N 2.0 11.5 25' 27-MENICHINI Massimo GE 3N 2.0 10.5 26' 26-SORDINI Giuseppe GE 2N 2.0 6.5 27' 33-DISTEFANO Maurizio GE NC 1.5 11.0 28' 31-MENTIL Renato GE 3N 1.5 10.5 29' 32-D'AMBROSIO Francesco GE NC 1.5 8.0 30' 18-SAFFIOTI Massimo GE 1N 1.0 11.0 31' 25-BERTONE Carmelo GE 2N 1.0 10.5 32' 29-FORNARO Giacomo GE NC 1.0 9.5 33' 2-BRUN Dario GE CM 1.0 8.5 34' 35-D'ANGELO Anna GE NC 1.0 8.0 35' 13-PEDEMONTE Claudio GE CM 0.5 8.0 Questi i premi di fascia: FASCIA 1700-1899 1° PUGLIESE GIUSEPPE PUNTI 3 2° PARODI CARLO “ 3 FASCIA 1500-1699 1° GERBI MARCO PUNTI 3 2° CAVAZZI ENRICO “ 3 FASCIA inferiore a 1499 1° PIAGGIO FABRIZIO PUNTI 2,5 2° PICASSO FILIPPO “ JUNIORES 1° MERLO ANDREA PUNTI 3,5 2° CANTORO DANIELE “ 3
GRAND PRIX SETTEMBRE: MANFREDI VINCITORE
Ripresa del Grand Prix al Centurini, dopo la pausa estiva. L'appuntamento era fissato per sabato 30 settembre nella sede sociale. E come al solito non sono mancati il buon gioco e le accanite battaglie sulla scacchiera, che questa volta hanno visto Manfredi e Shaban lottare fino all'ultimo per la vittoria finale. Alla fine passa Vincenzo, allo spareggio tecnico. Terzo Flavio Guido, a seguire Mauro Berni e Alan Rodriguez.
Fra i premiati delle categorie nazionali Vinciguerra e Sabba, mentre Palmieri l'ha
spuntata fra gli NC.
Il prossimo appuntamento è per sabato 28 ottobre.
SETTEMBRE | |||
Pos. | Giocatore | Cat. | Punt. |
1 | MANFREDI Vincenzo |
CM | 6 |
2 | SHABAN Abdelgawad |
CM | 6 |
3 | GUIDO Flavio |
MF | 5,5 |
4 | BERNI Mauro |
CM | 4,5 |
5 | RODRIGUEZ Alan |
CM | 4,5 |
6 | VINCIGUERRA Gabriele |
1N | 4 |
7 | DEL NEVO Claudio |
CM | 4 |
8 | SABBA Giorgio |
2N | 4 |
9 | MAIORI Nicola |
1N | 3,5 |
10 | BADANO Giancarlo |
2N | 3,5 |
11 | CAROSSO Andrea |
CM | 3,5 |
12 | LO NIGRO Angelo |
1N | 3,5 |
13 | PALMIERI Timmy |
NC | 3,5 |
14 | COMPAGNONI Andrea |
NC | 3,5 |
15 | GUIDO Giuseppe |
1N | 3 |
16 | MONDÌ Domenico |
NC | 3 |
17 | VALENTINI Angelo |
1N | 3 |
18 | DURANTE Corrado |
2N | 2,5 |
19 | DORDONI Riccardo |
NC | 2 |
20 | ROMANI Ivano |
2N | 2 |
21 | REPETTO Alessio |
NC | 2 |
IL DRAGO DI NOVI SAD INFIAMMA NOVI LIGURE! |
Tratto da "Novionline" |
Il Maestro Internazionale serbo A. Dragojlovic conquista il primo posto nel 1° Festival Week-end Internazionale di Scacchi "Città di Novi Ligure". Il torneo, organizzato dalla Sezione Scacchi del DLF di Novi, con il patrocinio dell'Assessorato allo sport del Comune di Novi, si è svolto nelle giornate da venerdì 13 a domenica 15 ottobre presso il salone del DLF sulla distanza di 5 turni di gioco con partite ognuna della durata di 2 ore di riflessione per ciascun giocatore. Combattutissima fin dalle prime fasi di gioco, la competizione ha visto tra i protagonisti indiscussi anche il portacolori del DLF Luca Roatta, che ha condotto in testa alla classifica fino all'ultimo turno, quando è stato vittima di un errore che gli ha precluso la vittoria. Alla fine l'ha spuntata il Maestro Internazionale Dragojlovic che ha concluso con 4,5 punti su 5 disponibili. Alle sue spalle A. Pulito di Torino componente della squadra Italiana alle recenti Olimpiadi di Torino e l'italo-bulgaro Giretti-Kanev. Ai piedi del podio G. Rigo di Verona, lo svizzero W. Trumpf ed il torinese M. Nardelli. Per quanto riguarda i premi di categoria, nella fascia di punti Elo compresa fra 1800-1999 vince D. Altieri di Napoli, seguito da D. Marazzi di Voghera e da A. Castellano di Treviso; nella fascia compresa tra 1600-1799 vince Massimo Porzio del Dlf Novi, davanti a B. Sparpaglione di Voghera e a G. Bongiorni di Piacenza; nella fascia sotto ai 1600 domina Enrico Gattorna del Dlf seguito da R. Fadigati di Voghera e R. Montani di Albenga. Alla premiazione è intervenuto l'Assessore allo Sport Gianni Malfettani, che ha espresso l'apprezzamento per l'ottima organizzazione ed evidenziato l'importanza degli sport cosiddetti minori ed in particolare del nostro sport della mente. Il responsabile della Sezione Scacchi Alberto Giudici ha dichiarato "Un successo oltre ogni aspettativa, sia dal punto di vista qualitativo con la presenza di personaggi di caratura internazionale, sia quantitativo. Una sfida, che solo un anno fa sembrava impossibile. Sotto l'aspetto agonistico il magico 2006 dei "miei ragazzi" continua: mai nella nostra storia era capitato di mietere tali successi sia dal punto di vista organizzativo, sia da quello dei risultati. Sono sicuro che siamo solo all'inizio... nuove generazioni si stanno affacciando sul nostro mondo a 64 caselle e l'entusiasmo è alle stelle!". |
CLASSIFICA FINALE nome ctg. punti buh. ps id nv cc ---------------------------------------------------- 1' 1-Dragojlovic Andjel SCGIM 4.5 14.0 2' 2-PULITO Alberto TO -M 4.5 13.5 3' 3-GIRETTI-KANEV Jase MI -M 4.5 13.0 4' 13-RIGO Gianfrancesco VR CM 4.0 13.5 5' 11-Trumpf Walter SUI-M 4.0 11.5 6' 4-NARDELLI Marco TO CM 3.5 15.0 7' 9-SORCINELLI Frances TO CM 3.5 14.5 8' 8-DAMIA Angelo MI CM 3.5 14.0 9' 6-ROATTA Luca AL CM 3.5 13.0 10' 7-ASTENGO Marcello GE CM 3.5 12.5 11' 5-BRIGATI Alessandro PC CM 3.5 12.0 12' 10-BOZZALI Ermanno MI CM 3.5 11.5 13' 12-QUIRICO Paolo AL CM 3.5 9.5 14' 14-ALTIERI Danilo NA CM 3.5 8.0 15' 15-MARAZZI Dominic PV 1N 3.0 13.5 16' 16-CASTELLANO Alfonso TV CM 3.0 12.0 17' 22-TORRISI Andrea AT 1N 3.0 11.5 18' 26-SAFFIOTI Massimo GE 1N 3.0 11.0 19' 34-PORZIO Massimo AL 2N 3.0 10.5 20' 21-GARDINI Enrico GE 1N 3.0 9.0 21' 18-PEDEMONTE Claudio GE CM 2.5 13.5 22' 29-SPARPAGLIONE Bruno PV 2N 2.5 13.0 1.0 23' 27-BONGIORNI Gabriele PC 2N 2.5 13.0 24' 24-BRONZO Vito TA 1N 2.5 12.0 25' 19-GEMMA Dario AL 1N 2.5 11.5 26' 25-PUGLIESE Giuseppe GE 1N 2.5 11.0 1.5 27' 17-SAFFIOTI Cristian GE 1N 2.5 11.0 1.0 28' 46-GATTORNA Enrico AL NC 2.5 10.5 29' 31-MARCONCINI Fabio BO 2N 2.5 10.0 30' 33-STAFFORINI Matteo PV 2N 2.5 6.5 31' 36-MONTICONE Sonia AT 2N 2.0 13.5 32' 37-VENTURINO Federico AT 2N 2.0 13.0 33' 23-BAVOSI Mariano GE 1N 2.0 12.0 34' 35-RAPETTI Giuseppe AL 2N 2.0 10.5 35' 40-FADIGATI Roberto PV 3N 2.0 10.0 1.0 2 46' 36' 32-CONTI Marco PV 2N 2.0 10.0 1.0 2 50' 37' 39-MONTANI Riccardo SV 3N 2.0 10.0 38' 30-BADANO Giancarlo AL 2N 2.0 9.5 39' 20-ROVERSI Stefano GE CM 2.0 8.5 40' 49-PICENI Daniele AL NC 2.0 6.5 41' 41-ISOLABELLA Bruno AL 3N 1.5 12.0 42' 38-FALAMISCHIA Andrea AL 3N 1.5 11.5 43' 42-RIVA Riccardo AL NC 1.5 10.5 44' 53-BELLIA Mario TO 3N 1.5 10.0 45' 51-TARTAGLINO Fabio AT 3N 1.5 9.5 46' 50-DELL'ANNO Domenico AL NC 1.5 8.0 47' 43-MOTTA Lorenzo AL NC 1.5 7.0 48' 52-VELO Fiore AL NC 1.5 6.0 49' 44-FERRETTI Enrico AL NC 1.0 10.0 50' 47-ISOLABELLA Ettore AL NC 1.0 9.5 2.0 51' 48-LA-PAGLIA Paolo AL NC 1.0 9.5 52' 45-FORESTA Carmelo AL NC 1.0 8.5 53' 54-MOLINELLI Luigi GE NC 0.0 4.5 54' 28-GUGLIELMONE Lucian GE 1N 0.0 0.0
La sede |
Il panorama |
KRAMNIK CAMPIONE DEL MONDO
Dopo 13 anni dallo scisma provocato da Kasparov nel 1993, il mondo degli scacchi torna a celebrare l'unificazione della corona mondiale.
Vladimir Kramnik è il nuovo campione del mondo, ha battuto il campione in carica della Fide Veselin Topalov al tie-break. La sfida a cadenza regolare è terminata 6 a 6. Kramnik si è imposto negli spareggi rapidi successivi (tempo di riflessione di 25 minuti a testa più 10 secondi per mossa) per 2,5 a 1,5, ponendo fine ad ogni controversia su forfait della quinta partita o sulle proteste del team di Topalov sull'utilizzo dei bagni riservati ai giocatori. Vedere aggiudicato un mondiale con partite a cadenza veloci può non essere piaciuto a più d'uno, ma dal punto di vista spettacolare gli scacchi ne hanno tratto giovamento. Kramnik è tornato ai suoi massimi livelli, ha espresso un gioco nel complesso qualitativamente superiore a quello dell'avversario, sia pure nell'ambito di un match dove le sviste non sono mancate.
Certo verrà ricordato come il mondiale del “toilet-gate”, dell'accusa, peraltro pretestuosa e non supportata dall'analisi delle partite, lanciata dal team di Topalov a Kramnik di assentarsi troppo spesso dalla scacchiera e allontanarsi al bagno, dove non erano in funzione telecamere, per avvalersi di un qualche supporto informatico. Una guerra psicologica che ha rischiato di minare la credibilità degli scacchi e di affossare il mondiale dopo l'assegnazione a forfait della partita n° 5 a Topalov, a seguito della decisione di Kramnik di non presentarsi in segno di protesta per le decisioni assunte dalla Fide (chiusura dei bagni privati dei giocatori), poi puntualmente rimangiate il giorno dopo (quando ormai la frittata era stata fatta).
Ma veniamo al momento decisivo. Siamo alla quarta partita del tie-break.
È il momento conclusivo del match
mondiale. Kramnik non deve fare altro che mettere in moto il rullo compressore
rappresentato dai pedoni a e c, che non chiedono altro che avanzare. Qui
Topalov (che pure da molti era considerato favorito nel gioco rapido) fa
hara-kiri andando a prendere con la torre il pedone (44…Txc5??). Doveva essere
molto provato per pensare che Kramnik avrebbe ripreso con Txc5, dandogli la
possibilità di catturare l'indifesa Tb6. In realtà viene dato lo scacco
intermedio 45.Tb7! che forza l'abbandono del bulgaro. In effetti dopo 45...Txb7
arriva 46.Txc5+ Rb6 e poi 47.axb7 e il nero non può riprendere la torre sennò
il bianco promuove. Il miglior modo di resistere sarebbe stato probabilmente
44…e5 per aprire la diagonale c8-h3 all'alfiere ma ci sono ragionevoli dubbi
per pensare che questo sarebbe bastato per fermare la marea bianca.
In conclusione, il vincitore sportivo e il vincitore morale del campionato
coincidono: sulla scacchiera, al di la del forfait subito, Kramnik ha ottenuto
due vittorie in più dell'avversario, un Topalov che ha commesso troppi errori
per rimanere campione del mondo, errori in parte imputabili all'incredibile
tensione che si è creata in questo match.
Nell'intervista dal sito ufficiale della manifestazione, il russo ha detto
che “sono molto contento che la corona torni in Russia. Per me questa vittoria
è comparabile a quella che ebbi con Kasparov. Considerando l'atmosfera del match
e il comportamento del team avversario, vincere era ormai diventata una questione
di principio. Sono molto stanco, è stata una dura prova”.
Topalov, tornato in Bulgaria ha detto: “sono contento che sia finito
tutto. Sono sicuro che tutta la Bulgaria mi sosterrà. Quello che è accaduto a
Elista poteva accadere ovunque, non posso dire di non avere esperienza nei
matches, le regole sono simile ovunque. Ma è strano che le violazioni di
Kramnik non sono state notate, ma il mio manager Danailov vi darà maggiori
dettagli”.
La finale del prossimo campionato mondiale sarà a Città del Messico nel settembre 2007. Secondo il regolamento (un po' assurdo) Topalov non potrebbe parteciparvi, ma non è escluso che la FIDE trovi l'escamotage per farlo gareggiare.
Federazione Scacchistica Italiana
39° Campionato Italiano a Squadre
LE LIGURI IN CAMPO
(Composizione dei gironi - ultimo aggiornamento)
A2 4
Acqui La Viranda A - Centurini Genova - Genova Scacchi
- Città della Spezia - Sarzana Torre - LU Animal Factory
B 1
Asti B - Centurini B - DLF Novi A - GE Ponente 1 -
Savona - Sarzana Alfieri
C 1
CS Loanese - ADS Imperia 1 - Centurini A - GE Ponente
2 - ADS Ruta - Imperia 2
C 2
Centurini C - Ruta A - Sammargheritese - Santa Sabina
A - Savona A - Genova Scacchi 2
Promozione Liguria
GIORGIO DI LIBERTO:
”LE TRE VITE STRAORDINARIE
CHE HO VISSUTO”
Questa intervista è uscita nel numero di dicembre 2003 sul mensile “Scaccomatto”. Costituisce, secondo noi, un bel ritratto di Giorgio Di Liberto.
Scaccomatto: Sabato 13 c'è stata
l'assemblea annuale del circolo. Il solito rito o qualcosa di più?
Di Liberto: Eravamo in 24, come al solito pochi soci, per
dimenticanza o incuria, ma noi ci illudiamo che fosse per la grande fiducia nel
consiglio direttivo... Diversi soci comunque erano giustificati perché hanno
partecipato al concomitante torneo a Santa Margherita. Comunque non direi che
sia stata una riunione rituale, liturgica. Da parte di diversi soci sono
arrivate delle proposte interessanti per quanto riguarda la vita del circolo, a
cominciare dall'informatizzazione o dall'organizzazione di serate di studio.
Tutte cose fattibili. Certo noi nel cassetto abbiamo tanti progetti ma per
attuarli dobbiamo allargare il quadro dei soci attivi che si assumono in prima
persona delle responsabilità.
Scaccomatto:Quali sono i programmi
per il 2004?
Di Liberto: L'iniziativa più importante sarà innanzitutto quella
di partecipare alle manifestazioni previste per “Genova 2004”. Sarà un
appuntamento unico, perché chissà fra quanti anni Genova tornerà ad essere la
città capitale europea della cultura. Parteciperemo con la nostra forza
culturale, perché noi siamo l'unico sport della cultura, non dei muscoli.
Pensiamo di porre un'altra pietra miliare nella storia più che centenaria del
Centurini. Quando io non ci sarò più e non ci sarete più neanche voi speriamo
che il Centurini continui a vivere e possa contare, tra le sue varie cose da
ricordare, anche su questa partecipazione a Genova 2004. Un gruppetto di soci
ci sta lavorando sopra e i risultati vedrete che non deluderanno le attese.
Poi chiaramente nell'assemblea si sono discusse anche le questioni inerenti la vita
interna ed è stato fatto un piccolo ritocco, dopo anni, alla quota intera sociale,
portata a 110 euro.
Scaccomatto: Cosa rappresentano gli scacchi
per te?
Di Liberto: Non solo gli scacchi sono una disciplina
straordinaria ricca di risvolti agonistici, ma sono anche un enorme stimolo
educativo per i ragazzi e un'enorme consolazione per i vecchi. Noi vediamo che
abbiamo pensionati che vivono per gli scacchi, vengono al circolo tutti i
pomeriggi, stanno tre o quattro ore e poi vanno a casa contenti. Questo
aggredire la vita con un gioco è l'elisir per una lunga vita.
Scaccomatto: Siamo a dicembre ed è tempo di
bilanci.
Di Liberto: Quest'anno è stato un anno particolarmente
fortunato. Prima di tutto credo che la cosa più importante sia stata la
vittoria nel campionato a squadre per corrispondenza. Abbiamo organizzato a
Genova e con successo la prima fase della massima serie del campionato a
squadre, in cui gioca la nostra prima squadra. C'è stato il Festival
internazionale al Ducale, mai come quest'anno così ricco di iniziative
collaterali e riscontri di immagine.
Poi un altro
aspetto, oltremodo positivo, ha segnato quest'anno che sta per passare: la grande
affluenza di giovani che c'è stata al circolo, l'allargamento della base degli
iscritti, dovuto certamente al prestigio del Centurini e a quello che facciamo
ma anche credo a due fattori: l'eccellente lavoro, svolto con grandissima
competenza e passione, da Enrico Gardini con il nostro sito internet, che mi
risulta sia visitato da centinaia di persone ogni giorno; e poi la nuova scuola
di scacchi alla Fondazione Assarotti, curata dai nostri soci Rivara e Nanni,
che sta dando degli ottimi risultati e raccogliendo parecchie iscrizioni.
Scaccomatto: Sarebbe impossibile qui ricordare
tutti i giocatori del circolo. Me ne ricordi tre per tutti, Guido, Di Paolo ed
Eugenio Buzzoni?
Di Liberto: Con piacere, Flavio Guido è stata una meteora che
speriamo che continui ancora, perché è nato scacchisticamente nel nostro
circolo, aveva 14 o 15 anni quando è venuto, adesso ne ha più di 40. Quindi è
proprio una delle vecchie colonne del circolo che ha dimostrato tutto il suo
grande talento, arrivando, nonostante il suo lavoro (è ingegnere e ha molto da
fare) a raggiungere due norme di maestro internazionale. Quindi è di una
sicurezza assoluta.
Di Paolo è stata
una cosa incredibile perché fino a qualche anno fa era un giocatore buono ma
non eccelso, adesso è diventato un grandissimo giocatore. Vuol dire che dentro
di sé ha certe caratteristiche. Una, importantissima, è la memoria visiva, non
dimentichiamo che Raffaele riesce a fare 7-8 partite alla cieca
contemporaneamente e riesce a vincerle (a perderle sono capaci tutti!). Secondo
me è uno strepitoso esempio di valore scacchistico, anche quest'anno era alla
finale del campionato italiano.
Eugenio Buzzoni:
è straordinario per un ragazzo di quella età. Secondo me diventerà molto presto
maestro internazionale, se continua con questo ritmo e con questa passione.
Intanto sarà in prima scacchiera nella nostra squadra “verde” che giocherà nel
campionato italiano a squadre under 16.
Scaccomatto: Quando sei diventato presidente del
circolo?
Di Liberto: Guarda, si perde nella notte dei tempi. Sono
diventato presidente del Centurini, dopo essere stato Presidente degli Amatori,
in occasione di una grande assemblea congiunta dei due circoli, che
incredibilmente erano separati. Io e il vecchio candidato maestro Vanni, un
affezionatissimo del Centurini, avevamo indetto nel 1978 in una sala neutra di
un club di piazza Rossetti un'assemblea in cui io proposi la fusione dei
circoli, che fu accettata all'unanimità. Non ci fu uno che non alzò la mano.
Credevo di avere fatto un'opera meritoria per i circoli di Genova, ma ecco che
subito dopo è rinato un piccolo circolo degli Amatori… Ma non c'è dubbio che da
quel momento il Centurini, che aveva allora solo una decina di soci, abbia
raggiunto, non grazie a me ma alla collaborazione di tutti e dei direttivi che
si sono alternati, la posizione attuale, ormai di sicuro prestigio.
Scaccomatto: In questi anni quali sono stati
i momenti più brutti?
Di Liberto: Ce ne sono stati. Per esempio dopo due o tre anni
che eravamo lì in piazza Giustiniani eravamo quasi disperati perché il fitto
era molto caro e ci volle proprio una grande forza di resistenza per superare i
momenti duri. Mi ricordo che qualcuno diceva: “Stiamo i primi anni e poi
chiudiamo tutto”. Io invece non me la sono sentita di smettere, anche perché
con lo spirito imprenditoriale che ho sempre avuto ho detto: “No, bisogna
superare gli ostacoli”. Adesso siamo in una situazione tranquilla.
Scaccomatto: A proposito di momenti brutti,
recentemente c'è stata la scomparsa di Antonio Cuva.
Di Liberto: Lo ricordo personalmente con grandissima stima e
affetto perché secondo me era un uomo ancora di vecchio stampo, educatissimo,
elegantissimo, molto affettuoso, con una carica di humour notevole. Si sedeva
lì, guardava le partite, giocava lui stesso e per fortuna è rimasto di lui
questo detto del “pedone di Cuva”. Lo abbiamo chiamato così perché lo spingeva
con due dita leggermente, perché aveva sempre paura di fare un errore. Era un
uomo straordinario, in gamba, al quale io ero tantissimo affezionato.
Scaccomatto: Hai parlato di spirito
imprenditoriale. Ci può essere una analogia tra il gioco degli scacchi e le
capacità di un imprenditore, nell'elaborare il piano, la strategia?
Di Liberto: Effettivamente c'è qualcosa di affine tra gli
scacchi e l'imprenditoria, non tanto come risultati ma come programmazione.
Certo se tu
diventi un imprenditore devi fare dei calcoli prima molto bene e non è detto
che, se anche i calcoli sono giusti, ti vada bene. Io sono stato
particolarmente aiutato in questo in quanto ero imprenditore con mio fratello.
Eravamo due fratelli che si volevano molto bene, lui aveva proprio la stoffa
dell'imprenditore, infatti il progetto tecnico dell'azienda l'ha fatto lui. E
il bello della nostra avventura, che è finita un po' tragicamente a causa della
sua morte, dopodiché io ho ceduto l'azienda, è stato che noi non abbiamo
sborsato una lira: abbiamo offerto la nostra idea alla Regione Sardegna, che
stava cercando di industrializzare la parte nord della Sardegna. Il progetto,
dopo lunghe analisi, è andato a buon fine e quindi abbiamo avuto un credito da
parte della regione sarda che, naturalmente, per garantirsi era entrata
nell'azienda col 40%. L'azienda si chiamava Giason-Plason, avevamo anche una
rappresentanza di un'azienda israeliana (la Plason). Avevamo 5 anni di tempo
per riscattare le quote della regione allo stesso prezzo di partenza, ma dopo
tre anni l'azienda andava così bene che abbiamo riscattato tutto. Quando siamo
andati a Cagliari per firmare l'assegno di riacquisto delle nostre azioni mi
tremavano le mani (erano 300 milioni di allora…). Però tutto è andato bene.
Morto Marco, sono andato avanti ancora 5 anni, poi ho ceduto l'azienda, che era
in perfette condizioni, mentre invece adesso i nuovi acquirenti l'hanno fatta
fallire…
Scaccomatto: So che anche tuo fratello Marco
era scacchista, mi ricordo di aver letto un suo articolo relativo ad un torneo
internazionale su un numero del “Lavoro” del 1947!
Di Liberto: Lui prima ha fatto il partigiano, poi il giornalista
del “Lavoro”, quando era il giornale di Sandro Pertini. Marco era
appassionatissimo anche di scacchi. Quando si parla di scacchi si parla di
“sport dell'intelligenza”, beh io dico che non è vero, nel senso che, certo,
l'intelligenza ci vuole, ma per esempio mio fratello si laureò a 19 anni in
lettere eppure era un giocatore modesto di seconda categoria. Quindi negli
scacchi ci sono molte componenti, che certo li rendono magnifici, ma se fosse
solo una questione di intelligenza tutte le persone più intelligenti sarebbero
campioni, invece non è vero. Ci sono uomini di modesta intelligenza che
ottengono buoni risultati grazie alla loro grande memoria visiva.
Scaccomatto: Tu sei stato per lunghi anni
anche musicista professionista.
Di Liberto: Ti spiego anche questa: studiavo medicina, ma non
per una vocazione ma perché durante la guerra gli studenti di medicina avevano
diritto a non andare al fronte, tanto più che era una guerra che non sentivo
assolutamente, perché era la guerra di Mussolini, prova ne sia che poi ho fatto
il partigiano.
Quindi mi sono
iscritto per convenienza, se non che suonavo già il pianoforte da bambino, ho
iniziato a imparare a 4 anni da una mia zia, ed ero molto amante del jazz.
Infatti subito nel dopoguerra sono diventato il pianista ufficiale dell'Hot
Club di Genova con cui tra l'altro ho suonato vicino a Ginevra, invitato da un
club svizzero. Siamo stati la prima orchestra italiana di tutti i generi che ha
varcato i confini nel dopoguerra, alla fine del 1945. Questo è scritto anche
sui libri di jazz. Poi ho vinto un referendum per pianisti jazz che aveva
indetto la rivista “Jazz” e allora ho cominciato a guadagnare, se pure non
moltissimo, ma più di quello che avrei guadagnato a fare il medico. Poi, messa
sulla bilancia la passione per la medicina, che era zero, e quella per il jazz,
che era 100, era facile scegliere...
Siccome di jazz
non si viveva in Italia, ho fondato un complesso commerciale, si chiamavano i
“Dandies”, che ebbero un ottimo successo. Abbiamo inciso centinaia di dischi,
siamo andati anche a suonare alla ITV di Londra, nel Sunday Spectacular. A quel
punto ho detto basta, sono arrivato fin qui e di più non posso fare, anche
perché a livello commerciale poi le mode passano.
Scaccomatto: Ma è vero che hai suonato anche
alla corte dello Scià di Persia?
Di Liberto: Certo, sono stato nove mesi alla corte dello Scià di
Persia. La faccenda è nata così: io suonavo a Beirut con la mia orchestra nel
migliore locale della città, un cabaret straordinario che si chiamava “Elephant
Noir”, e in quel periodo lo Scià e sua moglie Soraya erano stati invitati da un
riccone libanese, un certo Gaetani che aveva un'industria, per passare qualche
giorno nella sua villa tra i cedri. Noi eravamo il complesso più conosciuto
nella città, dove suonavamo si poteva entrare solo se si prenotava champagne.
Siamo andati a suonare nella villa per lo Scià e una trentina di invitati. A
Soraya, donna estremamente affascinante, piacque molto la nostra musica. Si
avvicinò e mi disse: “Verrebbe a suonare da noi a corte?” Potevamo andare alle
condizioni decise da noi. E io chiesi: “per quanto tempo?” Lei: “Quanto vuole”.
“Va bene per nove mesi?” “Benissimo!” Fu una cosa indimenticabile, era il 1958,
andammo l'inverno dopo. Sparammo una cifra astronomica, eravamo alloggiati nel
migliore degli alberghi di Teheran. Era il Vanak, uno della catena degli hotel
dello Scià, noi eravamo andati con le nostre mogli, io avevo la mia Lella.
C'era quella tale raffinatezza che si trova solamente in oriente, tanto che
ogni mattina la governante chiedeva alle signore di che colore volevano le
lenzuola alla sera. E mia moglie che era una triestina molto pratica diceva:
“Guardi io le vorrei color fucsia” “Fucsia? qu'est ce que fucsia?” era
l'immancabile risposta. Siamo stati lì nove mesi, ma quando siamo arrivati
abbiamo trovato Fara Diba perché nel frattempo lo scià aveva divorziato da
Soraya. E posso dire, a mio giudizio personale, che ho trovato una differenza
abissale tra queste due donne: Soraya era una vera principessa, una donna
affascinante, mentre l'altra era diversa.
Scaccomatto: Molti scacchisti sono anche
musicisti.
Di Liberto Sì, negli ultimi anni ho fatto spesse volte il
campionato mondiale di scacchi over 60, ho conosciuto bene Taimanov. Questo
campionato si svolgeva quasi sempre in Germania ed era una cosa stupenda perché
c'erano anche degli ex campioni del mondo, come Smyslov; Taimanov una volta
fece anche un concerto in una giornata libera, un bravissimo pianista. In un'altra
giornata libera anche io ho fatto un concertino di jazz, è stato molto bello.
Scaccomatto: Una cosa in comune tra gli
scacchi e la musica è sicuramente il fattore tempo…
Di Liberto: Senza alcun dubbio: direi anche che per suonare uno
strumento, come per esempio il pianoforte, soprattutto per quanto riguarda la
musica jazz, ci vuole una grande capacità di improvvisazione, una capacità di
coordinamento, il cervello mentre suona un pezzo elabora un altro pezzo sulla
stessa armonia. Per chi non suona jazz sembra una cosa assurda, incompatibile,
incomprensibile ma per chi lo suona è cosa naturale. Infatti c'era il grande
pianista Gulda, l'unico pianista classico che facesse anche jazz che diceva:
“Molti dei miei colleghi concertisti odiano il jazz perché non sono capaci a
farlo”. Questa è una grandissima verità, il jazz o ce l'hai dentro o non lo
puoi mai imparare.
Scaccomatto: Da quello che capisco mi sembra
che il tuo grande amore sia sempre la musica.
Di Liberto: Infatti ancora adesso che sono in pensione, che non
ho più l'industria mi diverto a fare dei concerti, non certo in grandi teatri,
ma in club privati come gli Amici del Carlo Felice o il Circolo degli
Ufficiali. Mi diverto anche e poi faccio un mucchio di cassette per gli amici
(questo mi costa un patrimonio…).
Scaccomatto: Hai vissuto tre vite, hai fatto
tantissime esperienze.
Di Liberto: Tre vite straordinarie, infatti se io potessi
dettare un epitaffio per la mia tomba, speriamo il più tardi possibile, direi:
“Era un uomo fortunato e sapeva di esserlo”. Sono nato non benestante ma in una
famiglia borghese, mio padre era professore di scienze naturali e fisica, morì
a 43 anni, quando non c'erano ancora le pensioni, non c'era niente. Abbiamo
patito realmente la fame. Io, mio fratello e mia mamma. Poi ci siamo
arrampicati nella vita, evidentemente siamo stati fortunati ma in questo caso
la fortuna ce la siamo creata. Io ho sempre detto che nella vita la fortuna non
esiste, ma che può esistere la sfortuna. Se uno fa il pittore e perde le mani…
ma la fortuna non esiste.
Scaccomatto: Com'è cambiato il mondo di
oggi…
Di Liberto: Per quanto riguarda i costumi, non sono uno di
quelli che dicono che “ai miei tempi era meglio”, assolutamente no. Ai miei
tempi, anzi, c'era molta più ipocrisia, i bambini non potevano sapere certe
cose, ecc. Quello che è cambiato molto è il modo di vivere della comunità,
allora era migliore. Oggi c'è molta più indifferenza ed egoismo. Conosco molto
bene l'Europa, dove ho viaggiato per più di 30 anni prima come musicista e poi
come imprenditore: beh, posso garantire che l'Italia, dal punto del
comportamento sociale, è l'ultima. Naturalmente parlo di comportamento, non di
intelligenza, prova ne sia che i nostri ricercatori sono i migliori del mondo.
Ma quello che disturba è la vita sociale, la tendenza al continuo adattamento,
al compromesso deteriore, mi dà fastidio, ci sono troppe persone che, quando
vedono un interesse per se stessi, passano sopra, non solo all'etica, ma
talvolta anche al codice civile e penale.
A me piacciono
quei paesi dove nessuno mente a nessuno. In Danimarca, Svezia o Norvegia è
difficile trovare persone che mentono al fisco, in famiglia o agli amici. Porto
un piccolo esempio personale: una volta ero a Stoccolma in un ristorante con il
mio agente svedese, che aveva già l'età per avere vissuto la guerra, che loro
non hanno fatto perché erano neutrali. Io gli dicevo. “Ma cosa vuoi parlare,
Klaus, della guerra, voi non l'avete vissuta!” “Hai ragione ma io ho sofferto
moltissimo perché io sono un grande fumatore e le sigarette erano razionate”.
Gli ho chiesto: “Ma quante ne davano?” “Il governo passava 10 sigarette al
giorno per tutti gli svedesi maggiorenni che dichiarassero di essere fumatori”.
E io da italiano onesto, ma sempre italiano: “Ma tu non eri sposato?” E lui
rispose. “Sì, ma mia moglie non fuma”. Sono così. Conosco anche certe
situazioni famigliari: casi di tradimenti della moglie e del marito, la prima
volta che tradiscono il primo a saperlo è il coniuge. Poi ne discutono.
Scaccomatto: L'impegno civile ha sempre
fatto parte della tua famiglia.
Di Liberto: Ancora adesso faccio la mia piccola parte, ma
l'abbiamo sempre fatta io e mio fratello, sin dai tempi della guerra e abbiamo
rischiato in prima persona.
Scaccomatto: Come è successo?
Di Liberto: È successo che nel 1944 mio fratello Marco, all'età
di 24 anni, insieme a un suo caro amico, che vive tuttora, avevano messo su un
gruppo antifascista e, durante la guerra, in casa mia si stampavano le copie
dei manifestini. Poi loro facevano azioni non violente di propaganda, per
esempio insieme ad altri ragazzi andavano nei depositi dei tram con la vernice
a tracciare scritte inneggianti la libertà.
Una volta sono stati beccati dalle brigate nere, sono scappati tutti tranne un
ragazzo, Beppe Croce, che purtroppo ci ha rimesso la vita e fu appeso da quei
mascalzoni sulla piazza di Sestri. Di punto in bianco in una notte Marco, per
paura che qualcuno avesse parlato sotto tortura, partì come partigiano. Siccome
vivevamo con mia mamma, le dicemmo per tranquillizzarla, che lui, siccome era
già laureato e aveva insegnato al Cassini come professore, era andato a
insegnare in un liceo di Cassano Magnago, un paesino che avevamo scoperto a
caso. Dopo tre giorni le brigate nere sono venute in casa nostra, dove non
c'era ancora la luce elettrica perché la casa dove abitavo prima era stata
bombardata e ci eravamo trasferiti in via Bernardo Strozzi. Quella fu la nostra
grande fortuna perché io avevo delle copie che avevo lasciato ingenuamente sul
tavolo, ma loro con le pile cercarono dappertutto meno che sul tavolo, se no a
quest'ora non sarei qui a raccontarlo! Erano dodici sgherri della banda
Criscuoli di Sampierdarena, una banda talmente atroce che il giorno dopo la
liberazione sono stati tutti impiccati. Mi chiesero: “Dov'è quel delinquente di
tuo fratello?” Io sapendo che non c'era dissi: “Io non ho niente a che fare con
mio fratello, sono un italiano, un fascista, lui è a Cassano Magnago dove
insegna in una scuola”. Ovviamente non era vero, ma mia mamma credeva che lo
fosse, così mi urlò, prima di svenire: “Disgraziato gli hai detto dov'è tuo
fratello”. La scena fu talmente credibile che ci salvò perché loro dissero:
“Non ti muovere di qui, torneremo”.
Naturalmente fuggimmo subito, portai mia madre da dei parenti e io me ne scappai.