Notiziario mensile del
Circolo Scacchistico Genovese L. Centurini
Numero 106 - Luglio-Agosto 2005 - Anno X
http://www.centurini.it


SOMMARIO:



CORTINA: IL TORNEO DELLE GRANDI SPERANZE

foto di gruppo della Liguria
(foto Cantoro)

Alla presenza di 542 giocatori si sono svolti a Cortina d'Ampezzo dal 3 al 9 luglio i campionati italiani under 16, all'insegna di un nuovo grande successo di partecipazione. Otto i tornei in base alla fascia d'età, maschili e femminili.
È stato incoraggiante avere visto la crescita delle nuove leve scacchistiche, che hanno raggiunto livelli di gioco sempre più interessanti. Ed è stato per noi un forte motivo di soddisfazione vedere finalmente la Liguria rappresentata da 22 giocatori (12 genovesi, 9 imperiesi, 1 di Savona). Nella graduatoria per province Roma in testa, in quella delle regioni l'Emilia Romagna. Sei i ragazzi provenienti dalla scuola Centurini-Assarotti, una squadra compatta e affiatata che sta raccogliendo i frutti del lavoro svolto. Per la cronaca i liguri erano: nell'under 10 maschile Puglisi, Migliori, Benvenuti di Imperia, Torielli, Di Paolo e Lepre di Genova. Nell'under 12 maschile in campo tre speranze: Daniele Cantoro, Federico Rivara, Francesco Mortola. Sette nell'under 14 maschile: Bertocci, Ferrari, Balduzzi di Genova, Punturiero, Guglielmotto, Gonella, Lanzillotta di Imperia e Pesce di Savona. Nell'under 14 femminile c'è la genovese Chiara Tampoia. Nell'under 16: nel maschile Merlo di Genova, Ricca e Sanna di Imperia; nel femminile Marta Rivara.

Ronchetti (n. 12 della lista nazionale assoluta) e Daniele Cantoro
(foto Cantoro)

Tampoia e Bertocci, grazie alla loro performance, hanno conseguito la promozione alla terza categoria nazionale.

Nell'under 10 il primo dei liguri è l'imperiese Puglisi 33° con 5 su 9. Ma bravi anche Di Paolo e Torielli. Nell'under 12 maschile molto bene Cantoro che arriva 21° con 6 punti su 9, sfoderando un grande carattere. Grande prova di Gabriele Pesce di Savona, giunto secondo nell'under 14 maschile (era il numero sette di tabellone) con 7,5; bravo anche l'imperiese Lanzillotta 26° con 5,5 punti. Significativo anche Bertocci che è giunto 45° (era 79° nel rating) con 5 punti e viene promosso alla terza categoria nazionale. Un'altra promessa è Chiara Tampoia che è arrivata sesta nel torneo femminile degli under 14, con 5,5 punti e passa anche lei alla terza categoria nazionale. Nell'under 16 maschile primo ligure è Giorgio Ricca di Imperia. Ottima prova di Andrea Merlo. Bella soddisfazione anche per Marta Rivara nell'under 16 femminile: aveva il rating più basso di tutte, ma è riuscita a terminare ottava nella graduatoria nazionale.

A questo punto speriamo bene per il futuro, si tratta di seguire adeguatamente i giovani talenti, insieme al rilancio dei corsi per istruttori a ogni livello, e fra questi sappiamo che ce n'è in cantiere uno anche in Liguria a novembre. Sono un po' questi i pilastri di una politica che potrebbe dare buoni frutti in futuro se verrà sostenuta in maniera coerente da tutte le strutture federali, regionali fino ad arrivare alle società. E naturalmente ci sarà bisogno di un po' di risorse in più da reperire e da investire.

Ma torniamo ai campionati: i tornei sono stati di buon livello e la lotta è stata accanita, in alcuni casi decisa solo dallo spareggio tecnico.

Drammatici i tornei Under 10, Under 12 e Under 16 maschili, e Under 16 femminile, decisi sul filo di lana e solo per spareggio tecnico tra i ragazzi classificati ex aequo al primo posto.

Under 10 femminile - Elisa Chiarion di Modena 9 su 9, seconda Sharon Rombaldoni di Pesaro

Under 10 maschile - Alessandro Fagnani di Bologna, per spareggio su Nicholas Paltrinieri di Bolzano

Under 12 femminile - Marina Brunello di Bergamo

Under 12 maschile - Diego Puleo di Palermo per spareggio su Marco Fiducioso di Trapani e Adriano Testa di Roma

Under 14 femminile - Roberta Brunello di Bergamo 9 su 9!

Under 14 maschile - Axel Rombaldoni di Pesaro (quarto titolo consecutivo, i precedenti vinti nelle fasce inferiori)

Under 16 femminile - Giulia Tonel di Trieste per spareggio su Mandy Sommacal (Belluno) e Marianna Chierici (Reggio Emilia)

Under 16 maschile - Niccolò Ronchetti di Ravenna per spareggio su Daniele Vocaturo di Roma. Qui giocavano tutti i migliori, compresi Denis Rombaldoni e Sabino Brunello. Vocaturo, in testa per buona parte della gara, veniva fermato all'ultimo turno da Lettieri dando la possibilità a Ronchetti con un balzo di raggiungerlo e superarlo allo spareggio tecnico.

Questi sedicenni sono molto forti, basti pensare che stanno dando la scalata alla graduatoria nazionale: Ronchetti è il n. 12 assoluto in Italia, mentre Brunello, Rombaldoni e Vocaturo (oltrechè Ronchetti stesso) hanno già norme di maestro internazionale.

Il gruppo del Centurini insieme al savonese Pesce
(foto Cantoro)




SCACCHI E LIBERTÀ

Intervista al MF Raffaele Di Paolo

Incontriamo Raffaele Di Paolo nella sua casa a Genova. Fra una sigaretta e un caffè, viene fuori questa intervista, che pensiamo renda abbastanza bene l'immagine di questo brillante giocatore, il suo carattere e anche la sua ironia. E anche in questa occasione parecchi sono gli spunti che offre alla riflessione.

Raffaele Di Paolo

Come sono cambiati gli scacchi con il computer?

C'è gente che predica la morte degli scacchi a causa del computer. Lo diceva già Capablanca. Hanno predicato anche la fine della letteratura, come di tante altre cose, se per questo. Certo, il computer ha trasformato parecchio il gioco, favorendo i “secchioni”, perché ora c'è una quantità enorme di informazioni disponibili e assimilabili. Un avversario può diventare problematico anche in mancanza totale di talento. In un certo senso gli scacchi si sono “democraticizzati”.

Gli scacchi, secondo te, sono “puliti”? Ti sono mai stati proposti dei soldi per una partita?

Gli scacchi non sono più “puliti” di altri sport ma solo più “sfigati”, nel senso che girano pochissimi soldi, con una “valigetta” di quelle che girano nel calcio potresti comprarci tutte le partite dell'attività agonistica italiana di un anno. Già ai primissimi tempi, una prima nazionale mi offrì qualcosa. Poi è successo diverse volte. Non parlo tanto dell'accordo dell'ultimo turno, che è prassi diffusissima, anche se sul fatto che sia accettabile si può sicuramente discutere.
Negli stessi semilampo avviene un meccanismo del genere. Mi fa impazzire vedere gente che si mette d'accordo, fa paciughi per spartirsi 25 euro o magari il quarto premio della categoria 3N. Una volta giocavo in una semilampo con un tipo con il quale ho uno score di 25 a 1 (e quell'1 sono due patte). All'ultimo turno mi dice: “Se mi dai il punto ti do dieci euro”. Ho cominciato con 5 minuti di ritardo sull'orologio perché avevo le lacrime agli occhi dal ridere.
È buffo vedere l'ansia che tanti giocatori non professionisti hanno per il premio.

Cosa c'è dietro tutto questo?

Dev'essere un qualcosa legato a frustrazioni infantili, per cui dividendo un premio o comprando l'ultima partita si sentono comunque premiati. La vita ci infligge un numero variabile di frustrazioni che evidentemente ogni tanto c'è bisogno del premio…

Hai conosciuto diversi profili psicologici di giocatore. Il livello di frustrazione degli scacchisti, secondo te è maggiore o minore rispetto alla media dei “normali”, di chi non gioca a scacchi?

Ho frequentato pochi “normali” e quindi mi è difficile rispondere. Comunque direi che il livello di frustrazione negli scacchisti è enormemente maggiore. Per esempio, il n. 3 nel mondo, probabilmente è molto frustrato perché si sente nessuno rispetto al numero 1, che ha ingaggi dieci volte superiori ai suoi. Korcnoj è stato vice campione del mondo per dieci anni eppure era il ritratto della frustrazione. Chiunque altro, in altra situazione agonistica, non penso che abbia questo livello di esasperazione.

A proposito, il numero 1, Kasparov, ora si dà alla politica. Ho letto il programma: molto duro contro Putin, ma anche molto generico e trasversale.

A parte la considerazione che Putin, tutto sommato, credo che sia sostituibile senza troppi rimpianti da chiunque, non credo proprio che Kasparov abbia una qualche minima ”chance”. Una russa che conosco e che lavora vicino a casa mia mi ha detto: “Cosa vuole questo qua dell'Azerbaijan? Se ne stia a casa sua”.

Hai fatto per alcuni anni il campionato italiano assoluto…

Ho scoperto solo recentemente che si è svolta la semifinale del Campionato assoluto. Mi dirai che potevo informarmi su internet. Comunque è stata fatta per il secondo anno consecutivo a Massafra, località non facilmente raggiungibile. La colpa naturalmente non è di Massafra, ma di quelli che non riescono a organizzare o due semifinali in posti differenti e raggiungibili o almeno una in una città tipo Firenze, Bologna. Hanno partecipato in pochissimi. Che devo dire? Mi sarebbe piaciuto giocare. Va rivisto tutto, anche nel campionato a squadre.

Eppure il campionato a squadre e quello assoluto dovrebbero essere le due manifestazioni italiani più importanti.

Danno il senso della situazione degli scacchi in Italia.

Come è la situazione?

Penosa, infatti ai campionati italiani assoluti se ci sono due giocatori dei primi dieci della lista Elo nazionale è un miracolo. Quelli a squadre ancora peggio. Io quest'anno ho giocato per Perugia, ho fatto una partita, dopodiché il Presidente ha ritirato la squadra, con ottimi motivi tra l'altro.

Parliamo del settore giovanile e di insegnamento, a cui presti molta attenzione. Che giudizio dai di questi ragazzi della Centurini-Assarotti?

È una delle poche cose lodevoli che siano nate a Genova, grazie a persone che, in maniera disinteressata, sono riuscite a fare quest'ottima esperienza. Al di là del numero dei ragazzi, che comunque sembra destinato a crescere, è proprio l'idea in sé che mi è sembrata ottima. Plaudo a Nanni e Rivara che credo che siano i soci fondatori e che sono riusciti a coinvolgere molti altri. Ci sono anche elementi interessanti tra questi ragazzi.

Giovani premiati all'ultimo torneo in via Lomellini

Hai avuto modo di verificarlo di persona?

Ce ne sono diversi. Potrei citare Daniele Cantoro, deve ancora compiere undici anni però ha un'ottima predisposizione. L'altro giorno stavamo guardando una posizione, io gli ho detto: “Non puoi giocare così. È persa”. Lui mi guarda e mi fa: “Lo dici tu!” Pensa che gioca a scacchi da ottobre. Il carattere fa tanto. Dà sicurezza. Pare che digerisca male le sconfitte, ma questo non è affatto detto che sia un handicap.
Se uno digerisce male le sconfitte le possibilità sono due: o non gioca più oppure, semplicemente, decide di perdere il meno possibile. Me ne sono accorto personalmente, tantissimi anni fa, in una partita al sociale del Pegliese, da allora ho capito di digerire male le sconfitte e quindi ho deciso di perdere il meno possibile.

Anche ai livelli più bassi la tensione agonistica è la stessa.

Sì, ma in più noto che le persone che si incazzano di più di solito sono le più scarse. E più si incazzano più fanno scene. Perché ti arrabbi? Sei scarso! Evidentemente ognuno di questi personaggi è ancora convinto di essere il campione del mondo, magari “in fieri”. È l'unica spiegazione. Prima li vedi imbestialirsi, poi mettono in moto una serie di meccanismi autopromuoventi: “Se facevo quella…”, “Era vinta” E via dicendo. Quelli che non sopporto di più, e qui posso diventare anche scortese, sono quelli che il giorno dopo ti dicono: “L'ho messa su Fritz e stavo meglio io…” E magari ci credono pure. Conosco dei giocatori che non hanno mai perso una partita, a sentire loro, naturalmente.

Una curiosità: all'ultimo torneo al Mazziniano, hai fatto 5 partite alla cieca (4 vinte, una elegantemente pattata). E forse ne potevi fare qualcuna di più. Tu come visualizzi le partite?

Non è che le visualizzo tanto. Non ho sempre visioni, per un po' vado in automatico. Poi richiamo la posizione nelle situazioni critiche, vedo la fotografia della posizione.

Di Paolo-Guido: un classico duello genovese

Quando hai iniziato ad allenarti alla cieca?

A scuola, dopo che a me e al mio compagno di banco ci hanno sequestrato per la terza volta la scacchiera…
Ho cominciato a giocare alla cieca quasi nello stesso tempo. Probabilmente c'è una certa attitudine al gioco alla cieca però penso che sia un buon esercizio per tutti. Un buon giocatore deve essere tranquillamente in grado di giocare una partita alla cieca.

Una domanda alla Marzullo: quando giochi sei solo, cosa è la solitudine per un giocatore di scacchi?

Il professionista tende ad essere solitario, anche se c'è un certo circo ambulante sempre in viaggio per tornei, per cui ci si ritrova un po' tutti sempre alle stesse manifestazioni. Però si tende a girare da soli. La sconfitta poi è sempre un'esperienza individuale. Negli ultimi sei week-end ho giocato sei tornei, campionato a squadre e così via, quest'anno sono stato fermo solo tre week-end. E questo porta ad una certa rarefazione nei rapporti sociali.

Eppure non mi sembra che non ti guardi intorno. Qualche anno fa sei stato in Chiapas.

Sono stato in Chiapas con un'organizzazione non governativa, e anche in Guatemala, che è al confine. All'epoca la situazione era molto calda. Noi avevamo il visto del governo messicano come osservatori, eppure ci hanno impedito di visitare certi villaggi occupati dai militari (ce n'erano 80.000). Ci siamo arrivati lo stesso, accolti anche a mazzate in un posto… La nostra era una delegazione varia, c'era anche l'allora Assessore del Comune di Genova Bonifai e il vice sindaco di Venezia.
In città del Guatemala ho notato più banche che a Zurigo, pur essendoci un livello di miseria e di violenza generalizzato.
In generale, credo che faccia bene staccare dal nostro livello di vita, vedere che ci sono altre realtà, parti del mondo dove l'aspirina, per esempio, è considerata uno status symbol. Dico solo che è bene ricordarselo. Sul fatto di tornarci, non lo escludo.
Invece dei rapporti sociali convenzionali non me ne frega più di tanto, anche se poi chiaramente è dura mantenersi la fidanzata se la vedi tre week-end all'anno.

Cosa ti danno gli scacchi rispetto alle fidanzate?

Potrei dire cosa ti evitano! Danno un senso di libertà, è vero che ogni tanto prendi il treno e parti alle sette del mattino per andare a fare un torneo a Voghera (magari senza neanche essere andato a dormire), con quella pesantezza di uno che sta andando in ufficio, aspettando il pensionamento. Poi in realtà ti rendi conto che gli altri lo prendono tutti i giorni, quel treno. Gli scacchi ti danno più libertà.
Poi certo c'è sempre il fatto di dovere avere a che fare con presidenti di circolo, organizzatori, arbitri. A volte sono pazzi furiosi.

Chi ti piace come stile di gioco?

Dei giocatori del passato Alekine, in particolare per quella sua tensione esasperata per la vittoria. Alekine faceva molta più fatica di Capablanca, che era un talento naturale, a giocare a scacchi. Lui invece doveva cercarsi le mosse, ma aveva una tensione incredibile, un'applicazione spinta al parossismo per gli scacchi.
A livello mondiale, oggi mi piace molto Morozevich, originale. Oppure, fra quelli che conosco, il mio amico Miladinovic. Parliamo di personaggi che hanno un repertorio tecnico impressionante. Ho visto vincere dei finali di cavallo e tre pedoni sullo stesso lato contro cavallo e due pedoni. Ci vuole una tecnica incredibile. Soprattutto sono giocatori che hanno una visione combinativa spaventosa. Mi piace la tendenza ad esasperare le posizioni, ad esaltare gli aspetti dinamici e tattici. È gente che magari non cura molto la preparazione (sto parlando comunque sempre di GM, ricordiamocelo). Conosco degli improbabili candidati maestri che si preparano molto di più prima delle partite, ma non hanno quel talento incredibile.

Alexander Morozevich

Il tuo futuro?

Se mi avessi fatto questa domanda due anni fa ti avrei risposto: “Devo impegnarmi per fare il salto di qualità e superare i 2400”. Purtroppo adesso invece devo cercare di tornare sopra i 2300 ed è già un'impresa visto il trend… Probabilmente, se continua così, sarò costretto a curare di più l'insegnamento. È una spirale, ma se durante la settimana guardi le partite degli allievi inevitabilmente hai meno tempo per curare la tua preparazione.

Per finire due libri che consiglieresti ai nostri lettori.

Finalmente sono usciti tradotti anche in Italia “Il torneo internazionale dei Grandi Maestri - Neuhausen/Zurigo 1953” di Bronstein e quello di Nunn “Understanding chess move by move” (“Capire gli scacchi mossa dopo mossa”).





INVITO AL CIRCOLO CON DELITTO

di Alberto Miatello

La designazione dell'ultimo giocatore della squadra italiana, per le Olimpiadi di Scacchi del 2010, avvenne col controverso sistema della “wild card”.

Poiché si trattava di trovare un quinto giocatore, dopo i 4 aventi diritto già selezionati in base al punteggio Elo, e però nessun giocatore arrivava alla soglia del punteggio minimo richiesto, fu il presidente della FSI, il maestro internazionale Carlo Popovic (italiano di origine slovena), a scegliere l'ultimo componente della squadra, cioè il maestro internazionale Walter Balestrazzi.

La scelta scatenò – come era facile prevedere – accese polemiche e contestazioni. Alcuni tra i più forti scacchisti italiani espressero apertamente la loro disapprovazione della scelta di Popovic. In particolare quattro scacchisti: Mauro Paolucci, Jessica Conti, Danilo Guerra, Marco Morandotti si dichiararono talmente contrari alla scelta del presidente, da minacciare ricorsi legali ed eventuali azioni clamorose, ritenendosi ingiustamente esclusi.

Vi fu chi invocò i risultati degli ultimi tornei giocati, chi la media dei risultati degli ultimi anni, chi altri criteri ancora per mettere in evidenza il proprio presunto buon diritto a far parte della nazionale azzurra, e per contestare la “faziosità” con cui Popovic aveva invece scelto Balestrazzi.

Tutta questa aspra polemica – ripresa e amplificata dai media – sorprese alquanto il presidente della FSI, che ritenne necessario convocare una pubblica riunione e conferenza stampa, presso la Nuova Accademia Scacchistica Bolognese (4 dei giocatori in lizza per l'inserimento in squadra erano emiliani), al fine di esporre con trasparenza e chiarire pubblicamente i criteri con cui la Federazione aveva operato le scelte, ed anche per riportare la calma al più alto livello dello scacchismo nazionale.

La riunione era stata convocata per le ore 21, ma Popovic non poté mai presiederla.
Alle ore 20 e 40 il Maestro Internazionale Danilo Guerra lo trovò ucciso, la testa poggiata sul lungo tavolo, davanti a una scacchiera posta a metà circa in una lunga fila di una dozzina di scacchiere (l'indomani si sarebbe giocato un torneo).

Le indagini vennero affidate al noto commissario Franco Olmi che, dopo gli ultimi casi brillantemente risolti, era ormai soprannominato “Sherlock” Olmi dai colleghi, per sottolineare la logica ferrea e le intuizioni con le quali era venuto a capo dei delitti più intricati.

“Dunque, Laganà – fece il commissario rivolto al suo più fidato collaboratore, l'ispettore Antonio Laganà – come hanno fatto a scoprire il delitto, e chi lo ha scoperto?”

“Il delitto è stato scoperto per primo dal giocatore Guerra” – disse Laganà leggendo con attenzione i verbali – “che si era fatto aprire dal portinaio ed era salito, dopo aver suonato il campanello e non aver avuto risposta. Al piano superiore ha visto subito il Popovic morto con la testa reclinata sul tavolo, tra la fila di scacchiere. Subito dopo, verso le 20 e 50, sono arrivati Jessica Conti, la pluricampionessa italiana e ormai grande maestro, e Mauro Paolucci il campione under 20. La Conti e Paolucci sono arrivati insieme perché si erano incontrati fuori mentre parcheggiavano le loro auto nel viale. Poi è arrivato Balestrazzi e poi il Morandotti insieme a un paio di giornalisti. Per fortuna Guerra non ha toccato nulla e ha subito chiamato il 113”.

“Beh, questo ci dà già una prima, importante indicazione, non crede Laganà?” – fece sorridendo Olmi.

“Sì, commissario – rispose pronto l'ispettore – L'assassino deve essere senz'altro qualcuno che conosceva bene la vittima e i locali, e che si è fatto aprire da Popovic, oppure aveva le chiavi”.

“Esatto, Laganà, e così il cerchio si restringe subito. Quanto all'arma e alle modalità del delitto, che mi dice?”

“Un colpo di pistola a distanza ravvicinata, forse un paio di metri. O meglio, due colpi, uno dei quali ha solo ferito leggermente la vittima alla spalla sinistra, mentre l'altro – quello mortale – lo ha colpito al torace provocandogli un'emorragia interna devastante, anche se non ha preso il cuore. Il medico legale dice che la vittima deve essere morta dopo circa 4-5 minuti dallo sparo. La vittima era seduta al tavolo, davanti alla scacchiera, al momento del delitto”.

“Uhm…qui c'è già qualcosa che non mi quadra, Laganà”, fece Olmi scuotendo il capo.

“Sembra chiaro che vittima e assassino si conoscevano, e la vittima era seduta, forse mentre parlava o giocava con l'assassino. Però non si capisce come mai, se Popovic è morto dissanguato, ed è rimasto cosciente per qualche minuto, non abbia cercato di trascinarsi fuori, e di chiamare soccorso, magari col cellulare”.

“Eh, commissario – intervenne Laganà – ma la vittima non aveva il cellulare, lo aveva lasciato spento in auto!”

“Ah, capisco – fece Olmi – però in quei minuti poteva almeno aprire una finestra, gridare, o scrivere qualcosa. Mah… questo è un punto da esaminare bene”.

“Però, commissario, abbiamo la fortuna di sapere con una certa precisione il momento esatto del delitto. Gli spari sono stati sentiti fuori alle ore 19,30 circa, da due-tre abitanti di una casa vicina, che li avevano scambiati per dei petardi, o per il ritorno di fiamma di un motore”.

Il giorno dopo il commissario Olmi convocò i 5 scacchisti che avrebbero dovuto presenziare alla riunione delle 21. Tutti, senza eccezioni, si dissero increduli e sconvolti per l'accaduto, e non ebbero esitazioni nel dichiarare la propria stima per il defunto presidente, facendo notare che un conto erano i litigi e i dissapori e un altro un delitto.

Quella sera Olmi si trattenne fino a tardi negli uffici delle questura, esaminando attentamente le foto scattate dalla scientifica sulla scena del delitto.

“Vede, Laganà. In apparenza tutto sembra normale. L'unica anomalia è quest'uomo morto con la testa reclinata in mezzo a una fila di scacchiere”, disse Olmi.

“Beh, proprio tutto, tutto, non direi commissario” – si inserì Laganà indicando una fotografia.

“Vede – continuò – qui si vede che la vittima è morta col capo appoggiato al tavolo, a una decina di centimetri dalla scacchiera davanti a lui. Però col dito indice della mano destra sembra voglia indicare proprio la scacchiera che ha davanti”.

“Sì, l'ho notato – ribattè Olmi – però mi chiedevo se non fosse un caso, o se fosse davvero intenzionale. Anche perché su quella scacchiera, stranamente, c'erano solo 5 Pedoni bianchi: a4, b4, c4, d4, e4, gli altri pezzi erano stati tolti, non c'erano neppure i Re, quindi non era una vera posizione, e forse avevano “sparecchiato” dopo aver giocato”.

“Ma la cosa più strana – osservò Laganà – è che anche sulla scacchiera alla destra del morto c'erano solo 2 Pedoni bianchi, in d3 e d5, null'altro, un'altra scacchiera da cui avevano tolto i pezzi e i Re. Infine, altro fatto insolito, c'era una terza scacchiera accanto a quella con i due Pedoni alla destra del morto, su cui c'era solo la Regina bianca nella casa f4”.

“E che mai vorrà dire? – fece perplesso Olmi – Probabilmente qualcuno aveva giocato e poi non avevano rimesso a posto i pezzi, un fatto del tutto banale. Non credo proprio che abbia qualcosa a che vedere col delitto”.

“Però è strano che tutte le altre scacchiere della fila avessero i pezzi in ordine sulle case iniziali, pronti per il torneo del giorno dopo”, insisté Laganà.

“Piuttosto – fece Olmi con l'aria di chi vuole parlare di cose che contano veramente – ormai credo che l'assassino sia uno dei 4 scacchisti convocati quella sera”.

“Cosa glielo fa pensare, commissario?”

“Laganà, quelli sono gli unici che avevano un motivo per vendicarsi del presidente della Federazione. Essere esclusi da una squadra olimpica può essere stato uno smacco cocente per chi credeva di poter essere scelto, se magari qualcuno di loro aveva le rotelle non del tutto a posto. Scartiamo pure Balestrazzi, che invece aveva avuto la fortuna di essere prescelto da Popovic, rimangono Guerra, la Conti, Paolucci e Morandotti. Per me l'assassino è uno di loro, ma non sarà facile scoprire chi”.

Quella sera il commissario Olmi e Laganà si trovarono nella solita trattoria, dove cenavano nei momenti più importanti, e dove a volte Olmi aveva tratto ispirazione, davanti a un buon piatto di “turtlen”, per risolvere alcuni casi.

“Commissario – disse a metà della cena Laganà – io ho come la sensazione che la verità sia davanti a noi, ma si tratti di un puzzle complicato”.

All'udire queste parole, il commissario alzò il capo dal piatto, e guardò negli occhi Laganà, con aria interrogativa. Poi alzò la mano sinistra e volse lo sguardo in alto, come inseguendo il filo di un'idea improvvisa.

Dopo circa un minuto, estrasse dalla tasca le foto della scientifica sulla scena del delitto e le guardò più volte, confrontandole sempre più velocemente.

Alla fine il suo volto si illuminò.

Laganà conosceva bene quell'espressione, era “la faccia dell'eureka”, come lui la chiamava, ed era il segnale che il commissario aveva trovato un elemento importante, o addirittura la soluzione del caso.

“Commissario, non mi tenga sulle spine, non mi dica che ha trovato la soluzione!” disse sempre più in ansia Laganà.

“Laganà, la promozione è sua! Sì, grazie a lei credo di aver capito tutto… ma ora devo andare in procura… non si può perdere un istante… lei paghi il conto e domani le dirò tutto… grazie, grazie!”…


E voi? Avete capito chi è l'assassino? In base a quali elementi il commissario Olmi è venuto a capo del delitto?

§§§

…E anche questa volta lo sbalordito Laganà vide il commissario alzarsi e uscire quasi correndo, e a lui non restò che pagare il conto, con il sottile dubbio che il commissario arrivasse alla verità prima della cena, ma poi la dicesse al termine, per avere una scusa per scappare e lasciargli il conto da pagare!

Il giorno dopo la Procura della Repubblica emise un ordine di custodia cautelare a carico di Jessica Conti. La 25enne campionessa venne arrestata, e si dichiarò vittima di un errore clamoroso. Ma poi l'esame dell'interno della sua auto rivelò tracce di polvere da sparo sul volante, e sui sedili, segno che pur avendo usato i guanti al momento del delitto, non aveva considerato le tracce che poteva aver lasciato nella sua auto al momento della fuga.

Messa alle strette, Jessica confessò: “Sì, ho sparato io a quel bastardo, ma non volevo ucciderlo, volevo spaventarlo, o al più ferirlo. Era stato lui a telefonarmi e a dirmi di incontrarci da soli al circolo, perché mi diceva che poteva sistemare la cosa. Era da tempo che mi sbavava dietro, io gli piacevo. Quando siamo rimasti soli, lui mi ha fatto capire che poteva fare ancora molto per me, se ci stavo. A quel punto non ci ho visto più, anche perché in realtà quello prometteva sempre a tutti, ma poi faceva quel che gli pareva. Gli ultimi 5 anni li ho dedicati solo agli scacchi, ho perso occasioni importanti di lavoro per realizzare due norme da GM. E poi chi mi trovo davanti? Un imbecille che mi molesta e mi ricatta, e se ne frega di quel che ho fatto per gli scacchi!

Ho estratto la pistola, volevo almeno vederlo strisciare. Ma lui si è messo a ridere e mi ha insultata, e allora gli ho sparato, sì, e quello ha smesso di ridere! Però credevo di averlo mancato del tutto al primo colpo, ecco perché ho sparato una seconda volta.”

“D'accordo, commissario – fece Laganà leggendo la confessione della ragazza – però come ci è arrivato ieri sera?”

“È stato lei, Laganà, a darmi la soluzione. – riconobbe onestamente Olmi – Devo ammettere che lei aveva capito meglio di me che quelle tre scacchiere vicino al cadavere avevano qualcosa di strano. Poi il lampo improvviso mi è venuto quando ha pronunciato la parola “puzzle”.

“Puzzle?” domandò stupito Laganà.

“Vede Laganà, si metta nei panni di un uomo che sente di dover morire di lì a poco. Popovic non aveva cercato soccorso, non si era mosso dal suo posto perché sentiva che non ce l'avrebbe fatta, però non aveva neppure scritto nulla. Mi chiedevo cosa potesse aver fatto in quei 4-5 minuti. Mettendomi nei suoi panni ho pensato che io avrei cercato di far sapere chi mi aveva sparato, però Popovic non aveva usato né la penna, né al limite il proprio sangue, magari per scrivere il nome dell'assassino su una scacchiera.”

“Già, ma allora che ha fatto?” chiese Laganà.

“Se non ha scritto il nome dell'assassino su un pezzo di carta, o su una scacchiera è perché la vittima temeva che l'assassino potesse tornare indietro dopo la sua morte, e cancellarlo. A quel punto Popovic – che forse sarà stato un bastardo come dice la ragazza – ha fatto la mossa più geniale della sua vita!”

“Quale, commissario?” chiese un Laganà che non stava più nella pelle.

“HA SCRITTO IL NOME DELL'ASSASSINO USANDO I PEZZI DEGLI SCACCHI!”

“Eh? Ma che significa?” chiese sempre più sbalordito Laganà.

“Caro Laganà – fece sorridente Olmi intrecciando le mani dietro la nuca e sprofondandosi in poltrona – Popovic doveva scrivere il nome dell'assassino in modo che non fosse troppo evidente, se no Jessica poteva magari tornare e cancellarlo. Allora cosa ha pensato? HA USATO I PEDONI E LA DONNA PER INDICARCELO!
Quando lei ha detto la parola “puzzle” ho capito come aveva fatto. Lui ha messo sulla prima scacchiera 5 Pedoni, in a4, b4, c4, d4, e4, poi ha messo due pedoni in d3 e d5 sulla seconda, e infine ha messo una Donna in f4 sulla terza scacchiera.
SOVRAPPONENDO I PEZZI PRESENTI SULLE TRE SCACCHIERE, VIENE FUORI UNA FRECCIA DI PEDONI IN A4, B4, C4, D3, D4, D5, E4, CHE INDICANO UNA DONNA IN F4!
GENIALE!!! L'UNICA DONNA SOSPETTABILE ERA SOLO JESSICA CONTI, E A LEI SI RIFERIVA POPOVIC!”

“Ma scusi, commissario – insisté Laganà – ma non poteva comporre quella freccia verso la Regina usando una sola scacchiera?”

“No Laganà, e qui è stata l'intuizione geniale del Popovic. Se avesse fatto come diceva lei chiunque avrebbe visto che su una scacchiera c'era una freccia di Pedoni che indicava una Donna, e sarebbe stato un segnale troppo evidente e cancellabile dall'assassino.
Ma solitamente gli scacchisti si concentrano sulla posizione che vedono su una scacchiera, per loro non ha senso sovrapporre come in un puzzle i pezzi di tre scacchiere. Ma Popovic voleva dare un segnale a noi investigatori, che non fosse subito chiaro agli scacchisti, e lo ha fatto utilizzando tre scacchiere.”

“Già, commissario, - osservò pensoso Laganà - ironia della sorte, forse Popovic non verrà ricordato per le partite che ha giocato, ma per un'unica mossa irregolare, ma geniale, che ha saputo trovare negli ultimi 5 minuti della sua vita!”

Jessica Conti venne condannata a 15 anni di reclusione, per omicidio preterintenzionale. Le fu applicata l'aggravante dell'uso dell'arma, ma le furono riconosciute le attenuanti per avere agito in stato d'ira, determinato da fatto ingiusto altrui, e per essere stata incensurata.
Dopo 7 anni ottenne la semilibertà, e dopo 10 fu scarcerata per buona condotta. Nel 2020 tornò alle gare.

Negli ambienti scacchistici si verificò un inconsueto numero di acquisti di giubbotti antiproiettile.

Alberto Miatello





GRADUATORIA FIDE: ANAND E TOPALOV SECONDI ALLA PARI, KRAMNIK SOLO SESTO

La sfida per la rincorsa al primato in lista Fide, in attesa dell'uscita di scena di Garry Kasparov (tuttora primo a 2812), che avverrà il 1° aprile 2006, è iniziata. L'indiano Vishy Anand e il bulgaro Veselin Topalov, come previsto, si trovano ora appaiati a quota 2788, il primo con un balzo in avanti di 3 punti rispetto allo scorso trimestre, il secondo di 10, grazie al successo ottenuto nel supertorneo di Sofia. Al quarto posto, inattivo, rimane l'ungherese Peter Leko a 2763, mentre in quinta posizione sale l'ucraino Vassily Ivanchuk a 2752 (+10); scende quindi un altro scalino della top 10 il russo Vladimir Kramnik, ora sesto a 2744 (-9). Un altro russo, Peter Svidler, sale invece al settimo posto a 2738 (+13); rimane all'ottavo l'ungherese Judit Polgar, ora a 2735 (+3). Chiudono la top 10 il francese Etienne Bacrot, nono a 2729 (-2), e il sorprendente armeno Levon Aronian, che si trova ora a 2724 (+31) insieme all'israeliano Boris Gelfand (+11).

Molti i saliscendi in graduatoria: l'inglese Michael Adams, prima settimo, è ora tredicesimo a 2719 (-18); il bosniaco Ivan Sokolov è balzato dal 40° al 21° posto a 2691 (+29), l'olandese Sergei Tiviakov dal 72° al 26° a 2678 (+47) e il belga Mikhail Gurevich dal 77° al 36° a 2669 (+39). Continua la scalata anche il baby prodigio ucraino Sergey Karjakin: ora è 56° a 2645, con un incremento di 10 punti rispetto alla precedente graduatoria.

I top 20 della lista Elo Fide: 1° Kasparov, Garry (RUS) 2812; 2/3° Anand, Viswanathan (IND) 2788; 2/3° Topalov, Veselin (BUL) 2788; 4° Leko, Peter (UNG) 2763; 5° Ivanchuk, Vassily (UCR) 2752; 6° Kramnik, Vladimir (RUS) 2744; 7° Svidler, Peter (RUS) 2738; 8^ Polgar, Judit (UNG) 2735; 9° Bacrot, Etienne (FRA) 2729; 10° Aronian Levon (ARM) 2724; 11° Gelfand, Boris (ISR) 2724; 12° Grischuk, Alexander (RUS) 2720; 13° Adams, Michael (ING) 2719; 14° Morozevich, Alexander 2707; 15° Shirov, Alexei (SPA) 2705; 16° Akopian, Vladimir (ARM) 2705; 17° Ponomariov, Ruslan (UCR) 2704; 18° Bologan, Viktor (MDA) 2700; 18° Kamsky, Gata (USA) 2700; 20° Dreev, Alexey (RUS) 2698.


ELO ITALIANI, VOLANO GLI U16: RONCHETTI 12°, BRUNELLO E VOCATURO NEI TOP 25

Gli under 16 azzurri scalano la vetta della graduatoria nazionale, guidata come sempre dal GM trevigiano Michele Godena a quota 2522 (-5). Il MF ravennate Nicolò Ronchetti, già venticinquesimo nella precedente lista, ha guadagnato 31 punti che lo hanno portato al dodicesimo posto assoluto a 2395; il MF bergamasco Sabino Brunello è invece salito in 23^ posizione a 2373 (+56), ma il balzo più lungo lo ha fatto il MF romano Daniele Vocaturo, ora 24° a 2372 con un incremento di 69 punti rispetto allo scorso trimestre. Unico U16 in lieve flessione il pesarese Denis Rombaldoni, ora 39° a 2327 (-9), che si è già comunque rifatto al recente torneo GM di Balatonlelle, in Ungheria, di 7^ categoria Fide: incontrando avversari con una media Elo di 2409 Denis ha vinto quattro partite e ne ha perse altrettante, siglando una sola patta e piazzandosi quinto ex aequo con 4.5 punti su 9. Da ricordare che Brunello e Vocaturo hanno già due norme MI, Ronchetti e Rombaldoni una. Giovani a parte, non si registrano grosse novità nella top ten nazionale: di rilevante c'è solo il crollo del GM italo-georgiano Igor Efimov, sprofondato dalla quarta all'undicesima posizione a quota 2401 con una flessione di 57 punti. Più o meno stabili, per il resto, le altre posizioni: il MI romano Carlo D'Amore è ora terzo a 2463 (-), seguito dal MI italo-argentino Fernando Braga a 2451 (+10) e dal GM italo-russo Alexander Zlochevskij a 2447 (-). Guadagnano due posti il MI milanese Ennio Arlandi, ora sesto a 2432 (-), e il MI bergamasco Bruno Belotti, settimo a 2430: entrambi approfittano della flessione del MI italo-cubano Lexy Ortega, ottavo a 2429 (-10). Grande balzo in avanti per il MF maceratese e campione italiano Fabio Bruno, nono a 2425 (+51); chiude la top ten la MI italo-ucraina Elena Sedina, come sempre prima fra le donne.

In campo femminile, alle spalle di Elena, seguono come sempre la MFf Eleonora Ambrosi a 2118 (-7) e la MFf Maria De Rosa a 2100 (+19), quindi la CM riminese Laura Costantini a 2048 (-), la CM napoletana Sonia Sirletti a 2040 (-5) e la CM pisana Olga Nazarova a 2037 (-).

I top 20 italiani in lista Fide: 1° Godena Michele (SV) GM 2522; 2° Bellini Fabio (VA) IM 2501; 3° D'Amore Carlo (Roma) IM 2463; 4° Braga Fernando (AO) IM 2451; 5° Zlochevskij Alexander (IM) GM 2447; 6° Arlandi Ennio (MI) IM 2432; 7° Belotti Bruno (BG) IM 2430; 8° Ortega Lexy (Roma) GM 2429; 9° Bruno Fabio (MC) FM 2425; 10^ Sedina Elena (CO) IM 2402; 11° Efimov Igor (PT) GM 2401; 12/13° Ronchetti Nicolò (RA) FM 2395; 12/13° Shytaj Luca (BA) FM 2395; 14° Contin Daniel (VA) IM 2393; 15° Manca Federico (PD) IM 2390; 16° Piscopo Pierluigi (LE) FM 2389; 17° Collutiis Duilio (SA) FM 2386; 18/20° Vezzosi Paolo (PR) MI 2380; 18/20° Borgo Giulio (MI) IM 2380; 18/20° Sibilio Mario (RM) FM 2380

da Messaggero Scacchi n. 274 (4 luglio 2005)

http://www.messaggerie.it





Torneo giovanile amichevole: quando i ragazzi si organizzano da soli

Il 24 luglio si è svolto un simpatico torneo amichevole a Mulinetti (Recco) per iniziativa di Filippo Picasso e in collaborazione con Chiara Tampoia. L'idea è scaturita dal desiderio di rivedersi da parte degli amici scacchisti che hanno disputato il campionale nazionale under 16 a Cortina d'Ampezzo con altri giocatori che animano la scena scacchista giovanile locale. Un'iniziativa ben riuscita, che acquista un particolare valore proprio perché è stata organizzata e praticamente autogestita dagli stessi ragazzi. Ma si è rivelata un successo anche dal punto di vista tecnico, impreziosita dalla partecipazione di due giovani talenti come Dario Brun, che ha vinto, e Remigio Fossati. Dovevano esserci anche Andrea Merlo (divenuto CM), il campione regionale under 15, Gabriele Pesce, ed Eugenio Buzzoni, ma la loro partecipazione non è stata possibile.
Arbitro Filippo Picasso, che si è avvalso della collaborazione di Ian Bertocci.

TORNEO AMICHEVOLE U20 24-07-2005
TORNEO CON SISTEMA DEL GIRONE ALL'ITALIANA

1° BRUN DARIO                  8 PUNTI
2° FOSSATI REMIGIO             7 PUNTI
3° BERTOCCI DANIEL             6,5 PUNTI
4° TAMPOIA CHIARA              5,5 PUNTI
5° CANTORO DANIELE             5 PUNTI
6° PUGLIESE ALESSANDRO         4 PUNTI
7° RIVARA MARTA                3,5 PUNTI
8° PROFACE GIULIO              2,5 PUNTI
9° TORIELLI DAVIDE             1 PUNTO




Pubblichiamo la classifica dell'ultima gara del Gran Premio semilampo 2005, organizzata dal Circolo di Ruta, disputata il 9 luglio e vinta da Maurizio Accardo, precedendo per un soffio allo spareggio tecnico il nostro Dario Brun. Bravo anche Giuliano Caputi, terzo a cinque punti.

GRAN PREMIO SEMILAMPO 2005
Ruta, 9-7-2005 - Turno 4/6 - Classifica Finale:
 
# NOME Cat. Elo Rapid Associazione Punti buh.ps.id.nv.cc. Classifica
Accardo Maurizio     GE 6.0 26.5 3.0 1° Assoluto
Brun Dario     GE 6.0 26.5 3.0
Caputi Giuliano     GE 5.0 27.0
Celli Ugo     GE 4.5 28.0
Bavosi Mariano     GE 4.5 22.5
Bozzo Alberto     GE 4.0 21.5
Scuderi Claudio     GE 3.5 29.5
Coccina     GE 3.5 24.5
Proface Giulio     GE 3.5 17.5
10° Succi Adriano     GE 3.0 24.5 10°
11° Valentini Cesare     MI 3.0 19.5 11°
12° Bertoni Ernesto     GE 3.0 19.0 1.5 3 12°
13° Forgione Andrea     GE 3.0 19.0 1.5 2 13°
14° Picasso Filippo     GE 2.0 18.0 14°
15° Iozzelli Yuri     GE 1.5 17.5 15°


SCACCOMATTO:

P.za Giustiniani 7/2 - Tel.: 0102477648 - 3475550662
Marco Faggiani, Enrico Gardini
Email: marcofaggiani@libero.it
http://www.centurini.it